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I viaggi di Marco Polo: chi era costui?

In un romanzo di Gianluca Barbera, Marco Polo per l’appunto, il famoso veneziano viene descritto come un gran narratore di storie: stando a questa tesi, pare che per farsi mantenere a corte, dovesse ingigantire le proprie avventure e passare dai draghi agli scontri pericolosi con i nemici. È realistico che Marco Polo, come tutti i suoi contemporanei, fosse anche sensibile all’astrologia e alla lettura dei segni zodiacali. Pochi personaggi come Marco Polo sono riusciti a lasciare un segno indelebile nella storia e ancora oggi il suo racconto del viaggio verso Oriente affascina le nuove generazioni. Ma chi era esattamente Marco Polo? E soprattutto perché il suo “Milione” è così importante? Cerchiamo di fare un salto nel passato e di raccontare qualcosa sul veneziano più famoso al mondo.

Mercante in una famiglia di mercanti

Marco Polo è nato a Venezia nel 1254 in una famiglia di mercanti veneziani piuttosto facoltosi. Suo padre Niccolò infatti gestiva un’azienda commerciale assieme al fratello e si occupava dell’importazione di prodotti di vario genere dal lontano Oriente. Questo aspetto è molto importante per capire quale fosse il contesto familiare entro cui crebbe il giovane Marco Polo. La sua famiglia aveva una base commerciale anche a Costantinopoli e sul Mar Nero e qui trascorreva diversi mesi all’anno. Il giovane Marco Polo ebbe quindi subito l’occasione preziosa di visitare posti lontano da Venezia e di accrescere la sua grande curiosità nei confronti dell’Oriente e delle altre culture. Il fatto poi che suo padre e suo zio fossero dei grandi viaggiatori lo predispose alla scoperta e alla ricerca del diverso.

Il viaggio in Oriente

I contatti tra i mercanti italiani e la Cina andavano avanti già da qualche tempo e i primi della famiglia Polo a intraprendere il viaggio verso Oriente furono il padre di Marco, Niccolò e suo Matteo Polo. I due si erano uniti alle carovane dirette verso Oriente e furono i primi europei a soggiornare in Cina. Qui vennero ospitati dal Qubilay Khan, imperatore della Cina nonché nipote di Gengis Khan. Il viaggio dei fratelli Polo in Cina ebbe un’eco straordinaria anche al tempo in quanto favorì l’inizio di relazioni dirette tra Europa e Cina. Al loro ritorno a Venezia venne presto organizzato un secondo viaggio, nel 1271, a cui questa volta prese parte anche il giovane Marco Polo, allora 17enne. Marco, Niccolò e Matteo Polo partirono da Venezia e raggiunsero Acri, in Palestina, dove organizzarono presto il viaggio dal Qubilay Khan. Dopo essere passati per l’Anatolia e per il monte Ararat, i Polo proseguirono per la Persia verso Est fino all’altipiano del Pamir e al deserto del Gobi. Il giovane Marco ci ha raccontato il suo itinerario nel suo famoso libro, “Il Milione”, nel quale però, curiosamente, non ha nominato la Grande Muraglia. Nel “Milione” non abbiamo molte date anche perché l’intento di Marco Polo era quello di raccontare le usanze dei popoli incontrati nel suo cammino.

Il ritorno a Venezia

Marco Polo sarebbe tornato a Venezia solo nel 1295 e prese subito parte a una guerra tra Venezia e Genova che lo vide cadere prigioniero. Marco Polo, ormai uomo adulto, dettò al suo compagno di cella Rustichello i suoi ricordi, “Il Milione” appunto. Chissà se il mercante veneziano aveva anche solo immaginato che i suoi ricordi sarebbero divenuti un’opera immortale oltre che un contributo essenziale alla conoscenza dell’Oriente. Il “Milione” è così importante in quanto è il primo resoconto diretto di un viaggio on Oriente. Sicuramente nel Medioevo vi furono molti altri mercanti a compiere il suo stesso viaggio ma il veneziano fu l’unico a mettere il resoconto per iscritto, o forse “Il Milione” è l’unico resoconto giunto fino a noi. Nel suo racconto Marco Polo poi si sofferma soprattutto su alcuni aspetti di interesse commerciale e religioso prestando una certa attenzione alla presenza delle diverse eresie cristiane trovate nel suo viaggio decennale.